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Logomania 

(2023)

 

Mostra:  Threads of Identity, a cura di Greta Zuccali,  presso la Galleria Hub/Art a Milano

 

 

In questo periodo storico in cui siamo sopraffatti

dall’informazione, l'essere umano ha perso se stesso, è svuotato interiormente e deve affrontare i propri mostri mentali.

 

La paura dell’essere vulnerabile, in preda ad ansia ed ipocondria,  trova soddisfazione in una seconda pelle, il lattice che diventa un abito invisibile,  protegge ma allo stesso tempo costringe il corpo limitandone i movimenti.

 

 

In questo smarrimento del cammino l’ individuo oltre a cercare “protezione”, avverte la necessità di riempire il vuoto interiore con il consumo spasmodico di beni multimediali e materiali come l’abbigliamento.

 

 

La canottiera piena di loghi con la scritta logo rappresenta un decorativismo che è tipico del sud Italia e dei paesi arabi. è difficile da accettare ma in Italia abbiamo due stili differenti uno minimalista nel Nord Italia e uno massimalista nell’ sud di Italia dovuto all’influenze arabe e alla religione islamica Che essendo una delle tre religioni monoteiste insieme all’ebraico sono due religioni che non permettono di rappresentare Dio come nel caso della religione cattolica.

Essendo Dio fatto uomo ha potuto essere rappresentato con un aspetto umano e quindi tutta la storia dell’arte dalla nascita del cattolicesimo ad oggi è stato possibile.

Il Vaticano in questo caso è il perfetto punto di incontro tra Nord e sud Italia in questo periodo storico nel quale le persone sono svuotate dalle proprie identità trovano un perfetto sostituto di loro stessi nell’identità dei brand di moda che donano dei messaggi forti tramite dei vestiti che soprattutto in quelli pieni di logo comunicano immediatamente al cliente e/o allo spettatore guardami io faccio parte di quella community di quel brand perché sta indossando quel brand e quindi si arricchiscono di messaggi che non sono loro ma sono appunto del brand che indossano.

 

Improvvisamente vediamo trasformare i vestiti o meglio le storie dietro a i “loghi” dei brand,  nel  “pane quotidiano” che serve a saziare la fame di contenuti per la mente  dell’essere umano, diventato un fedele-consumatore ormai saturo  di storie estranee a se stesso a tal punto da diventare come uno smartphone “inizializzato”  e“ripristinato” da un iCloud che non è il suo.

 

Qui inizia la lotta peggiore, quella con se stessi.